IL TEMPO DELL'ATTESA

09 Mar 2020

Ciò che sta accadendo ci mostra quanto la nostra vita è fragile, quanto poco solide sono le nostre certezze. Pensiamo di poter controllare tutto ed invece si tratta di illusione. I klesa di Patanjali sono un'evidente istantanea di come tutta la nostra esistenza è una costante polarizzazione e disputa, un costante conflitto interiore ed una fuga da ciò che appare più evidente, la nostra precarietà. È importante orientare la nostra azione, ma per farlo dobbiamo fare silenzio. Un silenzio che non riguarda il frastuono esterno. Il peggiore rumore assordante è quello della nostra mente impaurita e reattiva, l'affollarsi delle Vritti. È normale essere spaventati in questo frangente, il non voler riconoscere questo sarebbe una fuga. Riconoscere di avere perso il proprio centro, riconoscere di avere paura e un passaggio rilevante, è prendere la giusta distanza da un nostro modo abituale di '"vederci", come se fossimo sempre invincibili e dispensati dalla vita che accade, con tutte le sue implicazioni e complicazioni. Ma ciò che è più importante e passare dalla paura alla presenza. Abhyasa e Vairagya non sono una semplice pratica fisica ed un distacco che potrebbe sembrare una fuga dalla realtà. Lo Yoga non è mai una fuga dalla realtà, ma una sua presa di coscienza. Il primo passo per poter cambiare qualcosa è riconoscere dove ci troviamo, riconoscere con umiltà dove siamo e cosa siamo. Da lì può iniziare il cambiamento ed il processo di trasformazione e di risoluzione di un problema. La pratica della presenza, il rilassamento nello sforzo, la ricerca della migliore condizione possibile in ogni situazione. Patanjali non ci parla di pratica fisica nei Sutra. Ci parla del risveglio di colui che osserva, il testimone, che consente di cogliere ciò che è osservato. Da qui la comprensione. È con estremo pudore e rispetto verso chi è preso dalla paura che scrivo questo, chi non avrebbe paura quando la propria esistenza è messa seriamente in pericolo, quando tutte le certezze sembrano svanire, quando la nostra stessa libertà sembra essere limitata. Ma siamo liberi solo se riusciamo ad avere il giusto distacco dagli eventi, altrimenti possiamo anche spostarci fisicamente ovunque, ma non saremo mai liberi da ciò che ci condiziona, la paura. Paura, ansia, stress riducono il nostro potenziale di affrontare ciò che non è noto, l'imprevisto. Uno stato prolungato di stress indebolisce il nostro organismo e la risposta del nostro sistema immunitario. Patanjali in questo momento può aiutarci a gestire meglio ciò che accade, entrare in uno stato di calma vigile. Questo tempo che sembra fermarsi può essere un'occasione per osservare, per cogliere un significato nascosto dalla fretta e dalle cose che "dobbiamo" sempre fare. Il nostro mondo interiore risponde in automatico a ciò che accade in base a codici arcaici. Si, non siamo poi così tanto più evoluti rispetto a chi ci ha preceduto nel corso di svariati millenni. "Attacco o fuga" e il nostro codice operativo di base. Adesso che gli obbiettivi che ci siamo dati svaniscono, e siamo "costretti" a fermarci, possiamo fare qualcosa di rilevante. Avere tempo per trasformare la paura in altro, spegnere l'ansia e lo stato interiore di allarme. Ritrovare equilibrio. Forse tutto quello che sta accadendo è un'opportunità per cambiare il nostro modo di agire. I nostri modelli di vita e le nostre abitudini sono adesso in discussione. Gli Yama e Niyama, sviluppati attraverso la pratica dello Yoga in otto membra, possono essere una possibilità, una possibilità di entrare in relazione con noi stessi ed i nostri atteggiamenti: conosci te stesso ed il tuo modo di reagire. La pratica è diventare più responsabili, "imparare" ad agire. È compito di ognuno di noi passare dalla paura alla responsabilità, ed apprendere che è possibile agire in modo diverso, per il nostro bene e contemporaneamente per quello di tutti, un agire che non è più solo per se stessi, ma si trasforma in un servizio, Isvara Pranidhana. Karma è agire in modo responsabile, e non solo per se stessi. Equilibrio tra le coppie di opposti è adesso evitare la paura, così come evitare la superficialità. Entriamo in questo tempo di adattamento con l'atteggiamento che è proprio dello Yoga, lo spirito di adattamento che è poi il senso stesso ed il valore più grande di questa disciplina. Pratichiamo la via di mezzo della responsabilità, senza bloccare le nostre vite, ma senza minimizzare e rispettando i giusti precetti. In questo momento Tapas, un atteggiamento nel modo di agire privo di slanci o abbandoni, è sicuramente un grande sostegno. Questo è un momento di svolta per tutta l'umanità. Un grande abbraccio virtuale, e dopo non perdiamoci di vista. Un ringraziamento in particolare a tutte le categorie della Sanità Pubblica impegnate duramente. Loka samastha sukhino bhavanthu, Hari om Tat Sat